Avevamo lasciato molti anni fa l’allegra famigliola danzare fra i comignoli di Londra, sotto la puntuale attenzione della tata che ogni bambino vorrebbe, severa ma dolcissima, qual era Mary Poppins. Michael e Jane sono oramai grandi, hanno infatti una famiglia loro e dei figli.

Il cono d’ombra della tragedia ben presto irrompe nelle loro vite lasciandoli piuttosto frastornati da un lutto inaspettato che li colpisce senza preavviso. La famiglia si trova a fronteggiare un’economia precaria, che potrebbe farli perdere quanto hanno di più caro e sulla loro testa pesa il pignoramento della casa, fatto che manda ancora di più in crisi l’esausto Michael.

Fortunatamente il vento inizia a cambiare con il ritorno della loro tata preferita che mette piede sulla terra scendendo dal cielo senza essere invecchiata neanche di un giorno con lo stesso ombrello e la sua immancabile borsa zeppa zeppa di oggetti di ogni tipo. La bambinaia più amata dai più piccoli torna con “Il ritorno di Mary Poppins” di Rob Marshall  con il volto della straordinaria Emily Blunt. Il film è targato ancora una volta Disney, firma indiscutibile per riportare chiunque – grandi e piccini – alle atmosfere e ai colori dell’infanzia nelle sale cinematografiche italiana dal 20 dicembre.

Oltre alla Blunt, nel film troviamo Meryl Streep nel ruolo di Topsy, cugina di Mary, Colin Firth in quello del boss di Michael e Dick Van Dyke, il Bert del primo film che, qui, ritorna nei panni del direttore della banca interpretato da Arthur Malet.

In questo film, si canta, si balla e si viaggia nella fantasia della realtà.  Emerge un’aria più realistica in questo remake (o sequel, a seconda delle preferenze): i bambini senza madre, la crisi dei lavoratori e l’avidità sempre più crescente delle banche che si impossessano delle case, oltre ad una sempre maggior disgregazione del nucleo famigliare che era al centro del primo film, c’è più amarezza e meno poesia. Potrà essere amato od odiato rispetto al film precedente – vincitore di ben cinque statuette – che vedeva protagonista Julie Andrews, ma la cosa certa è che “Il ritorno di Mary Poppins” ha la straordinaria capacità di inghiottirci in un gioco lungo due ore e dieci in mondo irreale che cerca di farci comprendere che probabilmente niente è impossibile nella vita se ci crediamo veramente, anche quando abbiamo l’impressione di aver toccato il baratro più feroce.

Previous articleNuovo album per LP ed è già un successo
Next articleLe passioni e i sogni di Roberta Giarrusso. Intervista all’attrice
Quando la musica, il cinema, il teatro e la televisione si uniscono al giornalismo dando vita a una passione costante per l'arte, lo spettacolo è inevitabile. Dopo aver collaborato con il quotidiano Infooggi (redazione siciliana) occupandosi di criminalità organizzata, ha aperto anche la rubrica settimanale “Così è (se gli pare)” di cui era anche responsabile con Alessandro Bertolucci. Ha collaborato con i quotidiani La Nostra Voce, Resto al Sud e con il mensile IN Magazine. Attualmente collabora con il Corriere Romagna che ha sede a Rimini, con il mensile PrimaFila Magazine che si occupa di cinema e libri, ed in ultimo ma non per importanza, con Showinair.news, l'attuale Testata Giornalistica, con articoli e interviste inedite a personaggi dello spettacolo del cinema, televisione, teatro, musica e articoli di cultura.