Momenti di tensione e ironici, oltre a momenti di una perfidia atroce e di grande sensualità: questo e molto altro accompagnano “After Miss Julie”, lo spettacolo teatrale di prosa diretto da Giampiero Solari che da ieri – e lo sarà fino al 23 dicembre – è in scena al teatro Franco Parenti di Milano che l’ha anche prodotto. Dopo il successo della serie targata Rai2 “La porta Rossa”, Gabriella Pession e Lino Guanciale si mettono alla prova portando in scena il primo allestimento italiano del testo “After Miss Julie” dello sceneggiatore già candidato all’Oscar 2005 per “Closer” qual è Patrick Marber che a sua volta riprende la storia della “Signorina Giulia” di August Strindberg.
Tutto si svolge nella cucina di un’antica villa della città di Milano nella notte del 29 aprile del ’45 a Milano; i festeggiamenti sono quelli per la Liberazione dall’occupazione nazifascista: un momento storico che funge da spartiacque da un periodo carico di conflitti a un periodo pieno di cambiamenti che segneranno i costumi e la società italiana in modo indelebile. Le tensioni tra le classi sociali e il desiderio di autodeterminazione, di liberazione sessuale e di emancipazione delle donne sono temi centrali dell’opera.
“After Miss Julie” è una trasposizione drammatica e seduttiva, oltre che molto moderna, del classico del noto drammaturgo svedese costruita intorno alla figura di Giulia, interpretata da una ipnotica Gabriella Pession, nata e cresciuta in una famiglia dell’alta società inglese. La giovane è una donna disperata che vuole fuggire dalla sua vita di agio ed ipocrisie perché schiacciata dalle regole del suo tempo e da un padre autoritario, oltre che da una solitudine dovuto ad una mancanza di tenerezza nella sua infanzia. E’ una outsider della nuova società europea. In una sola notte, Giulia cercherà di sedurre Gianni scontrandosi con la cuoca Cristina, interpretata da Roberta Lidia De Stefano, sua promessa sposa, ribaltando le norme sociali e di costume dell’epoca. Gianni ha il volto di Lino Guanciale che ancora una volta sul palcoscenico teatrale travolge i numerosissimi spettatori teatrali per l’intensità che ha nell’interpretare questo personaggio. E’ il capo della servitù, oltre che essere l’autista del padre di Giulia; di quest’ultima è profondamente innamorato sin dalla tenera età probabilmente perché lei rappresenta tutto quello che lui non sarà mai. L’eros che esiste tra i due, e che di fatto è quel legame che consente loro di essere alla pari, sembra poter travalicare i confini dati dalle appartenenze sociali verso un finale crudo e violento dove il sangue e il rosso diventano realtà e simbolo tragico del dramma (foto di Laila Pozzo).