ROMA – Niccolò Senni  è un volto molto amato da pubblico e critica, diviso tra piccolo e grande schermo. Dal 17 settembre lo stiamo vedendo tra i protagonisti della nuova serie tv Romolo + Giuly: la guerra mondiale Italianasu Fox Life nelle vesti di Giangi Pederzoli.

La fiction segue il conflitto tra le due famiglie più potenti di Roma, i Montacchi e i Copulati e la storia d’amore dei giovani Romolo e Giuly. In seguito alla faida delle due famiglie, interverrà anche il resto dell’Italia, con la coalizione Napoli/Milano che sfiderà la Capitale. Recentemente ha avuto un ruolo di rilievo nel cast della serie di Denny Boyle “Trust andato in onda su Sky e al cinema è stato co-protagonista di Frank Matano in “Tonno spiaggiato”.

Ha lavorato inoltre in “Ci vuole un fisico”, “Mamma o papà”, “Tiramisù”, “Zoolander 2” “Belli di papà”, “Pecore in erba” e molte altre pellicole per il cinema anche internazionale.

Nel 1998 è stato premiato come Miglior attore per la sua interpretazione in “L’albero delle pere” di Francesca Archibugi, film con il quale ha debuttato al cinema. Per la televisione è stato tra i protagonisti di “Questo nostro amore 80” e la serie di grande successo “Braccialetti rossi”.

Sei tra i protagonisti di “Romolo + Giuly: la guerra mondiale Italiana”, in onda su Fox Life dal 17 settembre. Perché hai detto sì a questo progetto?
“Tutto è partito circa tre anni fa quando autori e regista hanno scritto la sceneggiatura di un promo di 10 minuti. L’idea era quella di venderla a una produzione per una fiction o un film, per fortuna è arrivata la Fox. Sin da subito mi è piaciuta la scrittura, qualità molto rara, perché si ride davvero di gusto e ho accettato per amore della risata”.

Vesti i panni di Giangi Pederzoli. Ci racconti un po’ di lui?
“E’ il promesso sposo, fiero rappresentate di Roma Nord e proprietario delle miniere di cocaina di Vigna Clara. E’ spregevole, cocainomane e sconveniente, dice qualcosa sempre nel momento sbagliato; è un personaggio molto estremo ma molto simpatico a mio parere”.

Cosa lega questa serie tv con la celebre tragedia di Shakespeare?
“Della tragedia non ha nulla perché è solo uno spunto. Due giovani eredi s’innamorano e il loro amore sarà molto spesso contrastato da altri”.

Sono oramai diversi anni che recita, ma per per lei cos’è il cinema
“E’ qualcosa che ci calma dalla frenesia quotidiana, è una finestra bellissima sul mondo e disseta il fabbisogno di vedere storie e punti di vista diversi dai propri. Sono anche uno spettatore molto esigente che ama usufruire di questo grande bene che gli è stato concesso”.

Chi è Niccolò Senni oggi?
“E’ un ragazzo fortunato che sta riuscendo a vivere in un gioco bellissimo. E’ un vero privilegiato e grato di poter vivere di cinema”.

Sono tantissimi i ruoli in cui ti abbiamo visto, tra questi quello di Siddharta in “L’albero delle pere” di Francesca Archibugi. Che ricordi hai di quell’esperienza?
“E’ stata unica e anche decisiva che mi ha portato in un grande coinvolgimento emotivo. La regista faceva provini nelle scuole romane e non avrei mai pensato che potesse scegliere me per il suo film, ma così è accaduto”.

In tv, ti abbiamo visto nel ruolo di dottore in “Braccialetti Rossi”, una fiction che ha portato in tv  la vita. Secondo te qual è stata la sua forza?
“E’ stato un vero e proprio miracolo, oltre che una scommessa vinta. Per la prima volta è stato portato in televisione il dolore ma non in chiave pessimistica. Ha abbattuto molte barriere. Ero molto titubante all’inizio ma poi ben presto mi sono ricreduto”.

Recentemente ti abbiamo anche ammirato in “Questo nostro amore ’80”. Cosa hanno rappresentato per te quegli anni e cos’è l’amore?

“Sono dell’ ’83 e ricordo vivacità e colori in quel periodo; anche oggi quando fanno  spettacoli che richiamano quegli anni ne sono felice e anche un po’ nostalgico. Amare vuol dire consegnarsi nelle mani di un’altra persona, perdendo anche un po’ di compostezza e dignità”.

Nel 2007 hai preso parte anche al film di Paolo Virzì “Tutta la vita davanti”. Ritieni che oggi i giovani abbiano davvero tutta la vita davanti?
“Sicuramente sì per quanto riguarda avere più possibilità  di scegliere ma questo inevitabilmente provoca disorientamento; proprio per evitare di perdersi è molto spesso necessario riconoscere quel treno su cui salire”.

Sei stato tra i protagonisti di “Come tu mi vuoi”. Oggi c’è e/o ci dovrebbe essere distinzione tra essere e apparire? Perché?
C’è e dovrebbe sempre esserci. Chi per esempio proietta la sua vita sui social non è sempre detto che sia quella reale. Oggi come oggi, apparire vuol dire anche mostrare parte della propria personalità.

Quali sono i tuoi prossimi progetti?
“Sto lavorando ad una produzione televisiva internazionale “Sanctuary” con l’attore Matthew Modine e ho iniziato le riprese di un nuovo film per il cinema con la regia di Alessandro Genovesi”.
(le foto dell’intervista sono state realizzate da Francesco Ormando).