La sua è una voce roca e graffiante, ma anche calda e avvolgente, capace di raccontare il tanto di una vita vissuta appieno nonostante i soli 43 anni. I suoi testi hanno raccontato e continuano a raccontare il meraviglioso viaggio della vita, tra i suoi alti e bassi, i riflessi di un passato un po’ ingombrante e un futuro ancora da disegnare. Quello che è avvenuto il 23 settembre allo stadio comunale a Pianopoli, in provincia di Catanzaro è stato un susseguirsi di emozioni non soltanto per i numerossimi fan ma per tutti gli amanti di una musica che si unisce alla poesia.

In occasione dei Festeggiamenti in Onore della Madonna Addolorata, a ingresso gratuito, si è esibito Fabrizio Moro, accompagnato sul palco da Claudio Junior Bielli  al pianoforte, alle tastiere e alle programmazioni, da Roberto Maccaroni e Danilo Molinari alla chitarra, da Alessandro Inolti alla batteria e da Andrea Ra al basso e ai cori. “Di acqua ne è passata sotto queste scarpe, fra le mani, davanti agli occhi e nello stomaco”, così canta l’artista romano in “Acqua”, la canzone che fa parte dell’ultimo album “Parole, rumori e anni”.

Quell’acqua racconta le infinite sfumature assorbite negli anni, gli spostamenti, le gioie, i viaggi, le difficoltà a reagire a quelle porte sbattute in faccia e a quegli ostacoli che gli sbarravano spesso la strada per afferrare quel sogno che andava oltre i vicoli bui della periferia romana in cui è cresciuto. Il suo è infatti il quartiere di San Basilio, fatto di strade con operai, spacciatori, polizia e ladri, brava gente e delinquenti; le ombre sono tantissime, in quanto la droga e la criminalità sono il più delle volte protagoniste; a contrastare l’ombra c’è però una luce che solo chi vive in periferia conosce e sa che avrà la meglio perché il sole da qualche parte esiste sempre, basta saperlo cercare. Dopo lo studio all’Istituto per la cinematografia e la televisione “Roberto Rossellini” di Roma, mentre impara a suonare la chitarra, il pianoforte e il basso da autodidatta, in età adolescenziale inizia a scrivere e ad arrangiare le sue prime canzoni.

La musica gli permette di vivere appieno la dimensione della borgata

Per lui rappresenta una forza piuttosto che un impedimento, tanto che proprio l’esperienza della “periferia urbana” fornisce l’ispirazione ai testi delle sue canzoni, densi di personaggi di quella realtà. I suoi brani sono un isieme di tante fotografie, di immagini in sequenza, di disagi quotidiani, di vicende soprattutto autobiografiche, per raccontare a suo modo nient’altro che la vita. Per anni si esibisce live con diverse band in locali e pub, presentando un repertorio rock inedito, insieme a brani dei Doors, Guns’n’Roses e U2. Proprio in quegli anni produce e pubblica il suo primo album”Fabrizio Moro” (2000), successivo alla partecipazione a Sanremo tra le nuove proposte con il brano “Un giorno senza fine”.

Il consenso del grande pubblico e della critica

Arriva nel 2007 partecipando alla 57esima  edizione del Festival di Sanremo con il brano “Pensa”, dedicato alle vittime della mafia, riuscendo a vincere la competizione nella categoria Nuove Proposte ed aggiudicandosi anche il Premio della critica “Mia Martini”. Nel 2008 con la canzone “Eppure mi hai cambiato la vita” si classifica al terzo posto nella sezione Campioni; contemporaneamente, esce il quarto album intitolato “Domani” che diventa disco d’oro, grazie anche all’uscita di “Libero”: canzone manifesto che viene utilizzata come sigla de “I liceali”, fiction generazionale che ottiene un enorme successo. Dal quel momento per Moro inizia un vero e proprio viaggio in musica accopagnato dall’affetto dei suoi fan che non perdono mai un suoi live. Diventa narratore televisivo del programma “Sbarre”, il primo docu-reality girato all’interno del carcere di Rebibbia avendo come sigla “Respiro”. Esce anche “Fermi con le mani”, il brano scritto per Stefano Cucchi, il giovane geometra romano morto dopo essere stato arrestato dalle forze dell’ordine e successivamente detenuto nel reparto di massima sorveglianza dell’ospedale Sandro Pertini di Roma. Oltre agli album successivi che confermano Fabrizio Moro il poeta dei nostri tempi, l’ultima edizione del Festival di Sanremo l’ha visto vincitore insieme a Ermal Meta con “Non mi avete fatto niente”, brano certificato platino che la coppia ha presentato all’Eurovision Song Contest dall’Altice Arena di Lisbona, in Portogallo.

La musica di Moro al servizio della legalità

Dopo il successo della festa della musica che lo ha visto protagonista il 16 giugno in uno dei luoghi-simbolo della sua città, lo Stadio Olimpico di Roma, dal 13 luglio il cantautore è stato impegnato in un imperdibile tour che l’ha portato ad esibirsi in tutta Italia nel corso dell’estate, tutt’ora in corso. Fabrizio Moro ci ha raccontato e continua a raccontarci la libertà di un sogno, quello di fare il cantautore, diventato realtà, quella stessa libertà che gli ha permesso di non smettere mai di scegliere come disegnare il proprio destino.  Un altro appuntamento da non perdere è infatti quello di domenica 30 settembre al porto turistico di Ostia che vedrà Fabrizio Moro protagonista insieme ad altri suoi colleghi per  “Ostia siamo Noi” in favore di Federica Angeli, cronista di Repubblica sotto scorta dal 2013. ( ➡️ showinair.com)